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Besedila: Pippo Pollina. Bar Casablanca.

E appena il tempo di scaldarmi le mani
Come ti chiami e dove andrai
assorta mi chiedi
E' una locanda calda questa
Sul fondo die miei occhiali
Tutto e celeste ed ocra
In mezzo al cerchio di questo andirivieni
Eppure e una sera amica
Che si beve come un martini
Con l'indulgenza di chi gioca
la vita in un momento
e muore al desiderio muto
d'un languido pianto.

Il rimatore ignaro osserva il suo giardino
E lo scolpisce dolce e lo accarezza piano.
E nulla importa se nessuno lo vede
Se il mondo ignora i suoi curiosi gesti di fede.

Ragazza mia io sono un algido Orfeo
Una colonna di Solunto , il sonno lento di Morfeo
Io sono un'angelo che abbraccia la sua notte
Come un cieco il suo bastone
Un ubriaco la sua botte
Ragazza mia la tenerezza alberga sotto i ponti
Di una qualunque Londra
di una Torino ai piedi die suoi monti
ma io non ho piu' croci ne memoria al tuo cospetto
non ho piu' colpi da battere
sulle ferite del mio petto