Besedila: Ultimavera. Settembre.
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A settembre ricomincero ad andare a scuola e quest?anno mi sono posto una scadenza
Voglio prendere a randellate una mia amica che sovente afferma la mia triste essenza
Prima della fine del secondo quadrimestre la mia valvola di sfogo avra una fuga
E nel bagno in cui detengo una sorta di ufficio le regalero tutta la mia violenza
L?astio che dissimulo e reprimo sotto il banco non puo essere soffiato via dal vento
Tacite le stelle stanno in cielo perche in terra non c?e spazio per glorificare nulla
Adesso mi rifugio in sacrestia e appena il prete varca l?uscio per andare via
mi vesto con la tonaca di una sorella
e la rinchiudo dentro la sua cella
Noi figli dei tempi malati
Volatili che non hanno le piume
Coriandoli nel pugno dei pargoli
Fiammelle di un funebre lume
Noi gigli di peste malati
Insetti attaccati alla luce
Papaveri stravolti dal vento
Di un flebile destino comune
Mentre gli studenti fanno finta di studiare e si dilettano a spezzarsi il gesso in testa
Io la chiudo dentro lo stanzino del bidello e con un colpo da maestro la sotterro
«Sei peripatetica» le urlo nell?orecchio «meretrice che non vale un fico secco!
Se potessi darti morte lo farei piu spesso ma ringrazia quel tuo dissipato fesso.»
Con il cuore nelle palle e la polizia alle spalle cerchero di essere piu lesto
Son venuto al mondo vuoto cerchero di uscirne tale
Voglio andare via da questa scempio
Adesso me ne scappo via dalle prigioni e dalla disciplina
con la naturalezza di accettare il fallimento
e per vagare nell?altrove di uno smarrimento
(Grazie a Pietro per questo testo)
A settembre ricomincero ad andare a scuola e quest?anno mi sono posto una scadenza
Voglio prendere a randellate una mia amica che sovente afferma la mia triste essenza
Prima della fine del secondo quadrimestre la mia valvola di sfogo avra una fuga
E nel bagno in cui detengo una sorta di ufficio le regalero tutta la mia violenza
L?astio che dissimulo e reprimo sotto il banco non puo essere soffiato via dal vento
Tacite le stelle stanno in cielo perche in terra non c?e spazio per glorificare nulla
Adesso mi rifugio in sacrestia e appena il prete varca l?uscio per andare via
mi vesto con la tonaca di una sorella
e la rinchiudo dentro la sua cella
Noi figli dei tempi malati
Volatili che non hanno le piume
Coriandoli nel pugno dei pargoli
Fiammelle di un funebre lume
Noi gigli di peste malati
Insetti attaccati alla luce
Papaveri stravolti dal vento
Di un flebile destino comune
Mentre gli studenti fanno finta di studiare e si dilettano a spezzarsi il gesso in testa
Io la chiudo dentro lo stanzino del bidello e con un colpo da maestro la sotterro
«Sei peripatetica» le urlo nell?orecchio «meretrice che non vale un fico secco!
Se potessi darti morte lo farei piu spesso ma ringrazia quel tuo dissipato fesso.»
Con il cuore nelle palle e la polizia alle spalle cerchero di essere piu lesto
Son venuto al mondo vuoto cerchero di uscirne tale
Voglio andare via da questa scempio
Adesso me ne scappo via dalle prigioni e dalla disciplina
con la naturalezza di accettare il fallimento
e per vagare nell?altrove di uno smarrimento
(Grazie a Pietro per questo testo)
Največkrat iskano